lunedì 22 aprile 2024

Frizz Pazz e il Caccalix.

Dunque, sappiamo bene che Frizz è …(il bambino, giusto!), quindi Pazz sarà per forza il cane.
Frizz e Pazz sono sempre amici per la pelle, anzi per la pelliccia.
Tutti i giorni si comprano due belle caramelle frizzanti, una per Frizz e una per Pazz.
Pazz quando la mangia tira fuori la sua lingua che è lunga lunga e si lecca tutto il naso poi starnutisce perché sente frizzare la caramella poi si lecca il naso poi starnutisce.
Tutto questo per ben tre volte: lecca-starnutisce, lecca-starnutisce, lecca-starnutisce.
Oggi però è domenica e il negozio delle caramelle è chiuso.
Frizz e Pazz sono a casa ad annoiarsi.
Ad un certo punto si sente la voce della mamma che chiama:
-Frizz FRIZZZZZZ, oggi è domenica, dobbiamo andare a trovare la nonna!.
A sentire nominare la nonna Frizz ha un gran mal di pancia, mentre a Pazz scappa una puzzetta.
Frizz e Pazz sono terrorizzati.
Non vogliono andare a casa della nonna. Frizz allora decide di nascondersi, va in bagno e si ficca dentro il cesto della biancheria da lavare.
Poi sussurra:
-Pazz, Pazz... vieni qui a nasconderti.
Pazz si avvicina al suo amico ma al momento di saltare dentro il cesto non ha il coraggio.
Frizz dice:
-Dai Pazz, ti prometto che questa volta non finirai in lavatrice.
Pazz risponde:
-Bauuuuu Bauuuuuu bau bau bauuuuuuuuu.-
Che vuol dire:
-Ho troppa paura di essere centrifugato, non posso entrare nel cesto.-
Infatti un giorno Frizz e Pazz si erano nascosti nel cesto della biancheria, ma la mamma aveva fatto partire la lavatrice lavando Pazz poiché lo aveva scambiato per la sua pelliccia sporca.
Pazz da quel giorno aveva paura della lavatrice.
Così mentre Frizz cerca di tirarlo dentro e Pazz resiste, arriva la mamma che gracchia:
-Allora, siamo pronti per andare dalla nonnina?-
Frizz sospira, tutto è perduto.
Esce triste dal cesto, acchiappa Pazz per la coda e inizia a seguire la mamma.
Pazz però non vuole andare dalla nonna, e si rifiuta di camminare.
Infilza le unghie nel tappeto del bagno e se lo trascina dietro. Il tappeto del bagno si aggancia al mobiletto e se lo trascina dietro. Il mobiletto si attacca alla sedia e se la tira dietro.
Così di casa esce una carovana:
la mamma davanti che trascina Frizz per una mano che trascina il cane per la coda che trascina con le unghie il tappeto che trascina il mobiletto che trascina una sedia.
Però occorre andare.
In fondo in fondo Frizz è contento di andare perché ogni tanto il nonno gli compra una scheda per il tablet.
Ma la nonna è veramente insopportabile.
Appena arrivano davanti alla sua casa Frizz vede la nonna che, come un soldato di guardia, sta sulla porta.  La nonna urla:
-FRIZZ FRIZZ FRIZZZZZZ, ti sei lavato le mani? ti sei tagliato le unghie? Fammi vedere subito! Vieni qui. Aaaahhhhhhhhhhh, hai il canino superiore sinistro sporco, cinghiale ramarro puzzolone che non sei altro! Vai a lavarti i denti!-
La nonna infatti aveva uno spazzolino per Frizz e lo costringeva a lavarsi i denti ogni volta che Frizz andava a trovarla.
Frizz tira Pazz per la coda, perché intanto il povero cane non trova anche volendo la forza di alzarsi. Ci sono cinque scalini per andare a casa della nonna, il primo gradino BOING, Pazz ci rimbalza su, BOING BOING BOING BOING, Pazz pesta il suo sedere su tutti i gradini.
Stanno per entrare in caso quando …
-Aaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh- urla la nonna- fermo!
-Mettiti le pattine che ho appena passato la cera sul pavimento-
Dovete sapere che le pattine sono delle grandi pantofole piatte da vecchia che si usano per non lasciare impronte sul pavimento lucido.
La nonna ne ha preparato due per Frizz e….. quattro per Pazz, ovvio no?
Frizz non vuole infilarsi quegli aggeggi, Pazz neanche, ma la nonna li prende per le orecchie e li porta
 davanti alle pattine:
- Avanti incredibili puzzoni, infilatevi le pattine perché a casa mia sul pavimento ci si può mangiare e voi mi rovinate tutto, lo sporco deve stare lontano da casa mia, tutto deve odorare di varecchina e disinfettante.-
Così i due poveri amici infilano le pattine e strisciano in casa.
La nonna urla:
-Lì no, ho appena spolverato-
Frizz e Pazz cambiano direzione, la nonna continua:
-Lì no, ho appena lavato le tende-
Frizz e Pazz girano a destra:
-Lì neanche, ho appena lucidato i vetri-
Insomma a casa della nonna non si può neanche respirare per non sporcare l'aria.
Alla fine l'unico posto in cui la nonna acconsente a farli andare è… il bagno di servizio.
Frizz è furioso, Pazz per consolarsi alza la gamba e fa la pipì sul bordo del water.
Insomma restano lì dentro due ore, ventisette minuti e sette secondi, dopodiché a Frizz viene un'idea per vendicarsi di questa nonna insopportabile che si ritrova.
Nel bagno di servizio c'è un armadio in cui la nonna tiene le sue medicine.
Frizz non può toccarle, ma quel giorno decide di disubbidire. Fruga tra le scatole, fruga, fruga e alla fine trova quello che fa per lui:
CACCALIX
Il caccalix è la medicina preferita dalla nonna, ne parla sempre. Ascoltandola Frizz ha capito che, essendo la nonna vecchia, anche la sua pancia è vecchia e non funziona molto bene, non riesce a fare la cacca, ma con una goccia di caccalix può fare la cacca tutti i giorni.
Frizz prende il caccalix. Pensate che la berrà lui?  Noooo. Insomma Frizz ha paura  che gli faccia male, così decide di darla a Pazz perché i cani mangiano tutto. Siccome Pazz è più piccolo della nonna Frizz gliene dà mezza goccia soltanto.
Dopo un pochino la pancia di Pazz inizia a fare strani rumori, si sentono gorgoglii, rimbombi, tonfi, tuoni, alla fine Pazz fa:
- Bauuuuuuuuu, baaaaaaaaaaau baiiiiiiiiiiiiii aiiiiiiii aiiiiiiiiii aio aio aia-
Che vuol dire: mi fa molto male la pancia e devo fare subito la cacca.
Frizz allora spinge Pazz (che avendo le pattine scivola che è una meraviglia) lungo il corridoio incerato lucido e spocchioso della nonna. Pazz cerca di fermarsi per fare la cacca sul tappeto ma con le pattine scivola di qua e di là e allora fa un po' di cacca qui e un po' là, un po' qui e un po' là.
Insomma lungo tutto il corridoio, che misura trentaquattro metri, sette decimetri e sette centimetri,  Pazz deposita una cacca a destra e una sinistra, una a destra e una a sinistra, a seconda di come scivola.
Alla fine il corridoio è decorato dalle opere di Pazz, e i due amici tornano in bagno.
Frizz è soddisfatto, così la nonna imparerà a preferirgli un barattolo di cera.
Mentre sono in bagno la nonna esce lungo il corridoio per vedere se tutto è pulito e scopre la sporcizia di Frizz e Pazz.
- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH_
La nonna urla a squarciagola per un'ora, cinquantanove minuti e sette secondi.
Smette solo perché nel frattempo è arrivata l'ambulanza, (nessuno l'ha sentita perché la nonna urla più forte della sirena),  gli infermieri la caricano mentre lei urla, la portano all'ospedale, spengono la sirena mentre la trasportano tanto le urla della nonna sono più che sufficienti, poi la mettono sul letto dell'infermeria e la nonna è sempre lì che urla ancora adesso mentre Frizz e Pazz  ridacchiano nascosti nel bagno.

martedì 16 aprile 2024

La storia della formicuzza.

C'era una volta, nel bel mezzo della campagna, un formicaio.
Il formicaio è la casa delle formiche. Le formiche lo costruiscono scavando con le loro piccole piccole zampette la terra.
Ma quante zampette ha la formica?
Bè, la formica ha innumerevoli zampette, ben sei!
Con queste zampe sono capaci di costruire la loro casetta.
Le formiche si costruiscono una bella tana sotto la terra, fatta di tante stanze e in ogni stanza succedono delle cose. C'è la stanza per la cucina, lì le formiche tutte insieme cucinano il grano, c'è la stanza per la nanna, e le formiche dormono tutte insieme con letti vicini vicini e alti alti di tanti piani, in ogni piano una formica. Poi c'è la stanza della tv, e le formiche hanno tanti cartoni animati e il loro preferito sapete qual è?  E'... (scelta libera).
Però in questa bella casetta sotto terra con tante formiche tutte vicine vicine e tutte insieme ce n'era una diversa.
Era, questa Formicuzza, diversa dalle altre perché non amava stare in compagnia, insomma non voleva cucinare il grano con le altre, e allora cucinava mentre le altre dormivano, poi non voleva dormire con le altre nei lettini a castello e allora dormiva mentre le altre cucinavano, poi non voleva guardare la tv con le sue amiche e voleva sempre guardare il telegiornale. Insomma lei non voleva molto bene alle altre formiche, e le altre formiche erano dispiaciute per questo.
Un bel giorno, Formicuzza voleva guardare il telegiornale, ma tutte le altre formiche guardavano il cartone, allora lei arrabbiatissima esclamò: "Vado a vivere in un formicaio tutto mio".
Le altre formiche piangevano e cercavano di convincerla a restare, ma lei uscì da quel bel formicaio comodo e sicuro e se ne andò lì vicino a scavare con le sue sei zampette.
Ci mise un bel po' a costruire un formicaio tutto per sé, perché era sola, ma alfine riuscì ad avere un piccolo spazio tutto suo, un formicaio solo di Formicuzza. Non era molto grande, una piccola cucina, un piccolo lettino e un piccolo bagno perché le formiche come tutti fanno la cacca, anche se è una cacca piccola.
Insomma era tutta contenta e viveva lì tranquilla e beata. Cucinava quando le pareva, guardava il telegiornale quando ne aveva voglia, e dormiva a piacere senza rumori e confusione.
Una bella sera Formicuzza guardava il telegiornale, erano proprio le nove di sera. Era sulla sua poltroncina, con la sua TV, nel suo salotto.
Ad un certo punto di questa tranquilla serata ...bum,
 ...bum
...BUM
Era un terribile pappatore di formiche, il cattivissimissimo formichiere.
Un animale grande, ma grande, che potrebbe mangiare tutte le formiche del mondo ed avere ancora fame. Formicuzza nel suo salottino sentì questo tremendo rumore...buuum...erano i piedi del formichiere che calpestavano la terra sopra la sua tana.
Il formichiere aveva fame, tanta fame.
Ahi che spavento orribile, che grande paura, che pianti che iniziò  a fare la formicuzza, il formichiere la stava cercando.
Il grande formichiere infilò la sua lunga lingua sottile nella tana e iniziò a cercare la formica:
- Ssshhhhh  ssshhhhhhh  sssshhhhhhh.
Formicuzza si nascondeva sotto il letto, sotto il tavolo, dietro la tv cercando di scappare da quella lingua che cercava proprio lei. Ma non aveva scampo, era proprio in trappola.
Ma ecco...ecco... ecco che Formicuzza sente che qualcuno la chiama, sono le formiche sue amiche che sentendo il suo grido di aiuto hanno iniziato a scavare una galleria per arrivare alla sua tana. La chiamano da lontano:
"Formicuzzaaaa......resistiiiiiiii......arriviamooooooo".
Ad un certo punto le formiche aprirono un buco nella parete del salotto e tirarono via Formicuzza proprio quando stava per essere catturata dalla viscida lingua del formichiere.
Formicuzza abbracciò le sue amiche, era salva.
Da quel giorno formicuzza vive sempre nel formicaio, guarda i cartoni, cucina il grano, dorme nel sesto letto a castello e sopporta senza lamentarsi troppo (bè ogni tanto si lamenta ancora ma non fa niente) i rumori della colonia di formiche.



giovedì 4 aprile 2024

L'oca Palla

C'era una volta un'oca.
Si chiamava Palla, era bianca col becco arancione e non faceva l'uovo perché era un maschio.
Quest'oca Palla viveva in un laghetto, in un parco di una grande città.
Passava il tempo a camminare sul prato, a nuotare, a riposare col becco sotto l'ala.
Ma il suo passatempo preferito era assistere alle partite di calcio.

Accanto al laghetto c'era infatti un campetto di calcio che il pomeriggio si riempiva di bambini, l'oca Palla camminava dondolando di fronte alla recinzione, si metteva di fianco e col suo occhio azzurro fissava la partita.
Muoveva il lungo collo di qua e di là per seguire la direzione del pallone, quando c'era un gol e i bambini urlavano anche l'oca Palla allungava il suo collo bianco e gridava al cielo:
- QUAQUAQUA QUA QUA -.
Poi sbatteva un pochino le ali, si rassettava le penne e si rimetteva a guardare la partita.

Un bel giorno però un calcio potentissimo fece volare il pallone sopra la recinzione.
L'oca Palla vide il pallone rotolarle davanti, ebbra di felicità iniziò a spingere il pallone, un po' col becco, un po' con l'ala, un po' col suo gozzo gonfio, era felicissima,
Una serie di lunghi -QUAQUAQUAQUA QUAQUAQUA QUA QUA  QUA qua qua qua QUA QUA qua qua qua - gli uscivano dal becco.
Ma un bambino arrivò a riprendere il pallone.
L'oca era disperata, vide il pallone ritornare di là, anche lei ne avrebbe voluto uno.

Prese coraggio e decise di volare oltre la recinzione per giocare con i bambini.
Infatti l'oca non sa di essere un'oca. Non sa che i bambini sono bambini e le oche sono oche.
L'oca sapeva solo che voleva giocare a pallone.

Atterrò con uno sbattito di ali proprio davanti alla porta della squadra dei più piccolini - che stavano perdendo, capita se si è piccoli e gli altri sono grandi - e tutti i piccoli calciatori si fermarono a guardarla stupiti.
Un'oca in porta!!
Proprio in quel momento un pallone calciato dall'attaccante della squadra dei grandi partì dal fondo del campo.

Volò nell'aria azzurra per segnare il gol della vittoria avversaria, l'oca Palla vide arrivare il pallone davanti a lei, aprì le sue grandi ali bianche occupando TUUUUUTTO lo spazio della porta, parò in modo memorabile e così la partita finì in pareggio.

I bambini più piccoli, che essendo bambini non si fanno problemi ad avere un'oca in squadra, basta che sappia giocare, le comprarono una bella divisa da portiere, guanti no perché l'oca ha le ali, scarpe non c'è bisogno, e da quel giorno l'oca Palla para tutti i tiri e vive nel parco felice e contenta.

mercoledì 3 aprile 2024

La coccinella Giannella.

Sai cosa sono le coccinelle?
Sono degli animali rossi piccoli, ma piccoli, ma così piccoli che io senza occhiali non li vedo.
Però siccome  quando avevo i tuoi stessi anni li vedevo molto bene, posso spiegarti come sono fatti.

Iniziamo: immagina di prendere una bella mela rossa, la tagli a metà e la poggi sul tavolo a pancia in giù, le metti due antenne, poi ci fai 7  macchie nere e rotonde sopra.
Ecco questa mela è diventata quasi una coccinella rossa, gigante però...quelle vere sono piccole.
Ci vorrebbero le zampe...
Le zampe come accidenti si possono fare non lo so e bisogna che a questo problema si trovi al più presto una soluzione, perché anche se non le vedo bene mi ricordo che le zampe le ha.
Poi è un insetto quindi le zampe ci vogliono assolutamente.

Manco in serpente possiamo trasformarlo, perché un serpente rotondo a forma di mezza mela non esiste su tutta la faccia della terra.
Intanto raccontiamo la storia di questa coccinella poi risolviamo il problema delle zampe.
Insomma questo piccolo animale rotondo con la schiena rossa e le macchie nere, 7, vive sulle piante.
Non su una pianta in particolare, no, un po' dappertutto.
Quindi può capitare di averla lì, appoggiata su un fiore, su una foglia, su una mela.

È bella, bellissima addirittura. Perfetta.
Non lo so se è più bella la coccinella rossa o la farfalla. Comunque quando ti capita di vedere la coccinella facci caso, poi mi dici quale ti piace di più.

Adesso che è chiaro come è fatta, abbiamo un altro problema, oltre a quello delle zampe.

Infatti succede che questa è la storia di una coccinella gialla.
Guarda tu che razza di intoppo.
Doveva essere rossa con le macchie nere invece è gialla. Boh...

Insomma questa coccinella gialla (mannaggia adesso ci tocca tagliare mezza mela gialla, e ancora non abbiamo le zampe...), dicevo questa coccinella gialla era nata così.

Cioè non era sbiadita, non si era sporcata, non era macchiata, non aveva polvere addosso, né smog, nulla. Era gialla e basta.
Non è che le cose devono essere proprio come uno immagina o come uno vuole.
Le coccinelle sono rosse e questa è gialla. Punto.

La coccinella gialla si chiamava Giannella.
Tutte le coccinelle del mondo la conoscevano, perché era unica.
Ma, nonostante fosse così famosa, non aveva molti amici.

Tutte le coccinelle rosse infatti si allontanavano quando la vedevano passare.
Giannella volava vicino alle altre coccinelle ma quelle aprivano le loro ali e si posavano sul fiore più lontano possibile.
Così Giannella restava sola sulla pianta.
Per quale motivo le coccinelle rosse andavano via è un mistero. Succedeva così e basta.

Forse avevano paura che la giallitudine fosse contagiosa, che si potesse attaccare al loro colore rosso ingiallendole.
Forse avevano paura che Giannella fosse malata e magari le potesse addirittura far morire di giallitudine.
Forse erano solo invidiose perché Giannella era così bella con quel suo colore, mentre le altre in fondo erano tutte uguali e nessuno poteva chiamarle per nome.

Giannella però non era contenta di stare sola, voleva compagnia, voleva parlare con le altre, voleva giocare con loro, voleva mangiare insieme a qualcuno; era gialla ma era pur sempre una coccinella.

Così decise di trasformarsi, di diventare come le altre. Pensa che ti pensa, si ricordò che esiste una terra particolare, chiamata argilla, di colore rosso.
Questa argilla si può spalmare sul corpo, poi si secca e si diventa rossi.
Pure i bambini possono diventare rossi se si spalmano l'argilla. Sin quando poi si fanno la doccia.

Così Giallina si posò a terra e iniziò pian piano ad impastare l'argilla con un pochino di acqua e a spalmarsela addosso.
Era molto difficile arrivare sulla schiena, poi doveva stare attenta a non coprire le 7 macchie nere.
Dopo due giorni e due notti eccola qui: Giannella era tutta rossa. Quasi uguale alle altre.

Tutta contenta Giannella, rossa splendente, volò vicino alle altre coccinelle, che stavano beatamente prendendo il sole su un fiore di pesco.
Le altre coccinelle rosse si spostarono per lasciarle spazio e continuarono a parlare  tranquillamente.

Una coccinella bella grossa stava dicendo:
- Ma come mai non vedo più Giannella da molti giorni?

Giannella le ascoltò stupita: come mai si preoccupavano di lei?
Come se non le importasse chiese:
- Perché vi preoccupate di Giannella? Tanto stava sempre per i fatti suoi.

La coccinella grossa rispose:
-Sì hai ragione. Ma noi dobbiamo volare via quando c'è Giannella, perché il suo colore giallo diventa molto più visibile in mezzo al nostro rosso e gli uccelli potrebbero mangiarla con facilità.

Giannella non disse nulla, le cose erano un pochino diverse da come credeva.

Mentre rifletteva su questa novità iniziò a piovere.
Tutte le coccinelle si ripararono sotto una foglia ma l'acqua le bagnò lo stesso.
L'acqua sciolse l'argilla rossa e Giannella tornò gialla.

Tutte le coccinelle la guardarono stupite ed esclamarono in coro:
-Ma...Giannella sei tu?

Giannella scoppiò a piangere, non voleva stare sola di nuovo.

La coccinella più grossa, vedendola piangere capì e  disse:
- Basta piagnistei, d'ora in avanti ognuna di noi la mattina ti aiuterà a ricoprirti di argilla, così in due minuti diventerai rossa e gli uccelli non ti mangeranno.  E la sera ti aiuteremo a levare l'argilla così potrai dormire comoda comoda tanto il giallo di notte non si vede.

Da quel giorno Giannella diventò rossa di giorno e gialla di notte, e visse per molti anni felice e contenta.














martedì 2 aprile 2024

Frizz Pazz e il minestrone.

Allora, Frizz è il nostro …bambino, giusto, e Pazz è il nostro…cane!
Cosa mangia Pazz?
Caramelle frizzanti, caspita che memoria hai, io non lo ricordavo più.
Eh già, Frizz e Pazz mangiano caramelle frizzanti.
Bè, un bel giorno la mamma chiama Frizz e gli dice:
- Frizz, devo cucinare il minestrone di verdure, corri a comprare gli ingredienti-
Frizz spalanca gli occhi al sentire la parola minestrone e inizia a piangere:
-Ti prego mamma, il minestrone no, qualsiasi altra cosa ma il minestrone no-
La mamma risponde:
- Frizz, sai che sono a dieta e devo mantenere la mia linea, devo cucinare il minestrone-
Frizz piagnucola:
- Ti prego mamma, io non sono a dieta, cucinami le patate fritte e la fettina impanata-
-AAAAAAAHHHHHHH, Frizz, come ti permetti di parlare così!- urla la mamma in preda alle convulsioni.
La mamma è tutta rossa paonazza, sembra allergica alle parole patate fritte e fettina impanata.
Prende Frizz per un orecchio e lo trascina in salotto, apre la sua borsetta e gli dà cinque euro elencando:
- Compra due patate, tre carote, una zucchina, un sedano, mezzo chilo di fagiolini, una cipolla, un carciofo, un porro, un pezzo di cavolfiore,  cinque pomodori. E sbrigati.-
Frizz piange, cerca di intenerire la mamma:
- Per favore, mamma, prometto di fare tutti i compiti e di lavare  il sedere a Pazz prima di farlo sedere sul divano-.
Ma la mamma è irremovibile:
- Preferisco un divano che puzza di cacca di cane piuttosto che la ciccia sulla pancia, MINESTRONE!-

Così Frizz si incammina triste triste verso il negozio.
Pazz gli cammina accanto, anche lui è infinitamente triste, ai cani il minestrone fa proprio schifo.
Oltretutto i soldi sono pochi e non bastano neanche per due caramelle.
Mentre va al negozio Frizz passa davanti ai contenitori della spazzatura. C'è l'inserviente del supermercato che sta buttando nell'umido gli scarti ormai avvizziti.
Dunque questo signore butta via un'anguria, poi un melone marcio, delle banane ormai completamente marroni, una cipolla…
CIPOLLA !!!!!
Al vedere la cipolla Frizz ha un'idea geniale.
Cosa mai avrà pensato!
Appena l'inserviente si allontana Frizz si precipita sul contenitore dell'umido, lo apre e guarda dentro.
C'è un sacco di roba ma Frizz è piccolino, non arriva alla fine.
Allora chiama Pazz, che è un cane intelligente, e gli dice:
- Bau baubau bauuuubauuu babababa bau-
Che vuol dire:
-Entra dentro il secchio e prendi tutto l'occorrente per il minestrone della mamma-.
Pazz risponde:
- Bau u-.
Che vuol dire:
- Vacci tu!-
Frizz risponde:
- Bau bau bau uuu bauuo.-
Che vuol dire:
- Ti darò tante caramelle frizzanti-.
Pazz allora entra dentro il cesto e tira fuori nell'ordine:
1 una cipolla marcia, 2 un cavolo puzzolente, 3 tre patate verdi col germoglio, 4 una zucchina mezzo grattugiata, 5 due carote rosicchiate dai topi, 6 un pomodoro schiacciato e 7 un torsolo di mela.
Insomma c'è tutto, però la mamma non è stupida, riconosce le verdure marce.
Frizz allora escogita una soluzione brillante:
Torna dalla mamma con le verdure e dice:
- Mamma mamma, una cosa bellissima, al negozio mi hanno dato le verdure dimagranti!-.
La mamma risponde:
- Come, le verdure dimagranti?-
-Si mamma, guada, le hanno scelte apposta per te ad una a una, sono fatte apposta per far dimagrire di più, il fruttivendolo mi ha detto che così sarai ancora più bella!-
La mamma fa un sorriso di 47 denti, prende le verdure e se ne va a cucinarle tutta contenta.
Invece Frizz e Pazz se vanno in pasticceria a comprare cinque euro di caramelle frizzanti.
Con cinque euro comprano ben cinquecento caramelle frizzanti, ne mangiano subito 499 e una la conservano per i momenti difficili.

domenica 4 febbraio 2024

Il cavallino Michele e gli asinelli.

In mezzo alla campagna c'è una grande grandissima fattoria con tanti animali: mucche, galline, gatti, cani, oche, scoiattoli, criceti, serpentelli, cavallette, ragni, vermi, piccioni, maiali, pecore, caprette, vespe, mosche, api, tacchini, conigli, pavoni e asini.

Tutto il giorno in questa fattoria c'è sempre un gran trambusto di animali e i loro versi si sentono dappertutto: ronzii grugniti nitriti ragli miagolii belati e chi più ne ha più ne metta.

Vive in questa fattoria anche un cavallino molto giovane, nero nero nero, con una luuuuuuuuunga criniera pure nera: il cavallino Michele.

Vivono nella fattoria anche alcuni asinelli e spesso il cavallino Michele gioca con loro al gioco dell'ostacolo.

Gli asinelli si sono infatti costruiti un ostacolo, insomma un'asse di legno poggiata di traverso su due pile di mattoni e giocano a passarci...SOTTO ... senza toccarlo neanche con un pelo.

Il cavallino Michele però non riesce mai a superare l'ostacolo: piega il collo, piega le lunghe zampe  ma ecco la sua lunga criniera sbattere sull'ostacolo che, secondo il regolamento asinino, non deve essere toccato manco con un pelo.

Il vincitore del gioco ha diritto di mangiare un pochino della cena dei perdenti, così il cavallino Michele è spesso affamato.

Gli asini a volte lo deridono:
- Ma guarda, credi di essere il più nobile degli animali ma non sei in grado di andare al di là di un ostacolo. Solo chi è capace di farlo ha diritto di mangiare di più.

Il cavallino Michele inizia allora a pensare ad una soluzione.

Dunque, la regola dice di superare l'ostacolo senza toccarlo, ma non dice come.
Gli asini, bassi e tozzi, con gambe corte e peli ispidi, ci passano tranquillamente sotto, e lo superano.

Ecco!! Il cavallino Michele ha trovato la soluzione...

Il giorno dopo il cavallino Michele raggiunge gli asinelli.
Quelli iniziano come sempre a ridere ragliando.
Si divertono molto a vedere il cavallino contorcersi sotto l'ostacolo, ancora di più si divertono poi a mangiare la sua razione di cibo.

Due o tre asinelli iniziano a superare l'ostacolo passandoci sotto, la loro groppa oltrepassa senza alcuna eleganza l'ostacolo.
Il cavallino Michele dice:
- Ora tocca a me!
Gli asinelli si fermano attenti,  sghignazzando tra di loro, aspettano il momento per scoppiare a ridere a crepapelle.
Il cavallino Michele indietreggia: gli asini ridacchiano ancora.
Il cavallino Michele alza la testa: gli asini si guardano preoccupati.
Il cavallino Michele inizia a correre: arrivato all'ostacolo spicca un salto e lo supera.
Gli asini ora non ridono più.

Adesso il cavallino Michele sa di poter superare l'ostacolo, usando la testa.

sabato 3 febbraio 2024

La storia della ranocchietta.

C'era una volta una ranocchietta.
Questa ranocchietta era, come tutte le ranocchiette, verde verde. Verde brillante che si vedeva da lontano e certe volte pure di notte. Come tutte le ranocchiette aveva una rana mamma, che le voleva molto bene ma ogni tanto la rimproverava perché faceva i capricci o disubbidiva.
Però la ranocchietta era buona e affettuosa e sempre gentile, le piaceva nuotare nell'acqua, saltare di foglia in foglia, acchiappare al volo le zanzare per mangiarle e giocare con le sue amiche farfalle.
Viveva nello stagno, era una vita felice e divertente però c'era una cosa che alla ranocchietta sarebbe piaciuto fare e non faceva perchè la mamma lo proibiva.
 La nostra piccola ranocchietta verde verde brillante non voleva stare nello stagno che è umido e pieno d'acqua ma voleva giocare con le farfalle sul bel prato pieno di fiorellini bianchi.
La mamma (voce cupa) lo aveva proibito perchè...nel prato viveva un  grosso grosso grosso grossissimo serpente. Hai capito quanto era grosso? ripeti .... (aspettate poi aiutate il piccolo a ripetere per tre volte grosso e alla fine grossissimo).
Dunque questo enooooOOOOOrme serpente viveva nel prato e ogni tanto cercava di mangiare le farfalle ma quelle volavano via.
 Però la cosa che gli piaceva di più mangiare erano le ranocchiette, specialmente quelle piccole  di colore verde brillante perchè erano le più buone e saporite.
Così la mamma raccomandava sempre alla ranocchietta di non avvicinarsi al prato.
Ma un bel giorno che la mamma stava lucidando le foglie della casa ranocchietta piano piano uscì e in silenzio si allontanò.
Indovina dove andava? Andava dritta dritta verso il prato. Aveva visto le farfalle svolazzare felici sul prato, posarsi sui fiorellini, fare giri nell'aria e anche lei voleva giocare. Non aveva pensato che le farfalle possono scappare volando ma le ranocchiette no.
Così arrivò nel prato e iniziò a giocare felice, e pensava che la mamma aveva proprio esagerato, era bellissimo giocare lì e non era per nulla pericoloso.
Ranocchietta correva, saltava, chiamava le sue amiche farfalle ....
Ad un certo punto però vide che le farfalle si alzavano in volo e volavano via senza rispondere più, (abbassate la voce) si fece tutto silenzioso, non si sentivano più le risate...che strano....
SSSSSSCCCCHHHHHH (aumentate ad ogni ssscccchhh il tono)
SSSSSSCCCCHHHHHH
SSSSSSCCCCCCHHHHH
La ranocchietta rimase immobile, spaventata, cos'era?
(voce tuonante)  era il serpente del prato che aveva l'acquolina in bocca al vedere quel bel pranzetto pronto, una bella ranocchia verde verde brillante, tenera tenera e tutta succulenta.
Ahi mamma mia che spavento!!! (voce alta)
La ranocchietta iniziò a tremare e a piangere e a urlare: "mamma mamma MAMMA MAMMA MAMMAAAAAAAAA".
La mamma sentì lontanamente il pianto della ranocchietta, abbandonò tutto e corse verso il prato più veloce che poté,
ma intanto sssssccchhhhhhhhhhhh sccccccchhhhhh sssssccccchhhhhhhh (voce tesa) il serpente aprì la bocca e ...
AUHMMMM
Si pappò la ranocchietta.
La mamma vide questa orribile cosa e piena di coraggio con un salto atterrò sulla coda del serpente e gliela morsicò forte ma così forte ma così forte che il serpente si mise a tossire. La mamma disse
 -"sputa la mia ranocchietta"-
- "No che non la sputo, è verde e buona"-
-"sputa la mia ranocchietta"
-"No che non la sputo"-
Allora la mamma diede ancora un morso fortissimo e il serpente urlò -"Ahia"- e sputò la ranocchietta tutta intera, verde verde brillante.
Tornarono a casa e da quel giorno la ranocchietta trovò che lo stagno era il luogo più bello del mondo.

Suggerimenti:
Una storiella per i vostri bambini al di sotto dei cinque anni.
Ve la faranno ripetere all'infinito. Non modificate la prima versione raccontata poiché i bambini amano sapere in anticipo cosa succederà .
Non dimenticate di modulare la voce, altrimenti ai bambini sembrerà di sentire il telegiornale.

Frizz Pazz e il Caccalix.

Dunque, sappiamo bene che Frizz è …( il bambino, giusto! ), quindi Pazz sarà per forza il cane. Frizz e Pazz sono sempre amici per la pell...